Il primo Portale del cane Pastore Abruzzese

Il Lupo

 

DESCRIZIONE DEL LUPO APPENNINICO
 

Il Lupo

Il lupo è l'animale che meglio caratterizza l’Appennino Centro Meridionale, territorio che ha visto da sempre la convivenza dell'uomo "pastore" con questo predatore.
All'inizio degli anni settanta era considerato quasi in via di estinzione a causa della persecuzione perpetrata dall'uomo.
Oggi grazie ad una serie di condizioni favorevoli, fra cui la presenza di aree protette,  l'espansione territoriale e l'incremento numerico del lupo rappresenta un elemento incoraggiante per il futuro di questo animale.
IL lupo Appenninico è di dimensioni medio grandi lungo cm 130-180 (testa-corpo-coda) pesa Kg. 30-50 e ha un'altezza alla spalla di cm. 60-80.
IL pelo ha un colore bruno-giallastro con zampe più scure e la punta della coda nera.  
Frequenta le zone più selvagge ricche di boschi, che percorre continuamente nell'ambito del proprio territorio, alla ricerca di prede costituite da mammiferi, uccelli, rettili e anfibi.  
Gregario, è di abitudini soprattutto notturne iniziando l'attività al crepuscolo per concluderla appena dopo l'alba. All'epoca degli amori, che hanno luogo da Dicembre a Febbraio, si formano le coppie, e i legami che tenevano unito il branco si allentano.

Identificazione
Il lupo (Canis lupus) è un Carnivoro antenato del cane domestico, che del progenitore ha conservato molti caratteri. La taglia è infatti quella di un cane di medie dimensioni (30 - 40 Kg) caratterizzato da arti più lunghi, torace possente, testa con fronte più larga e sfuggente, occhi obliqui e orecchie erette. Dal punto di vista fisiologico il lupo ha conservato, rispetto a quella doppia del cane, una sola riproduzione all'anno.
 Il mantello sfuma dal beige carico della porzione ventrale al beige-rossiccio dei fianchi fino al nerastro della larga gualdrappa che corre lungo la groppa e la coda.
Il lupo appenninico presenta nel mezzo del dorso una fascia di circa dieci e più centimetri di colorito grigio-nero, data da lunghi peli bianchi alla base, grigio-bruni nel mezzo, poi ancora bianchi e terminanti di nero lucido. La lanuggine è di colore nocciola chiaro. I lati del dorso e i fianchi sono grigio-fulvicci, petto e addome fulvo-chiaro, parti interne degli arti biancastre. Testa grigia, muso grigio-fulviccio di sopra, scuro-biancastro di sotto, guance, mento e gola di colorito bianco-sporco. Collo con lunghi e fitti peli irti grigio-fulvicci limitati sul petto da una striscia bruna a mo' di collare. Orecchie alle estremità fulvo-volpine col margine lievemente più scuro, internamente bianco-grigiastre. Sugli arti anteriori una sottile striscia scura che forma una macchia nell'articolazione del piede e divide il colorito della faccia interna da quello della faccia esterna. Piedi fulvo-chiari. Coda bicolore: di sopra come il mezzo del dorso, di sotto come l'addome sfumato di fulvo alla punta con qualche anello più o meno completo nerastro e con ciuffo terminale nero o nerastro. Nei maschi il colorito fulvo volpino dell'orecchio si estende all'occipite ed ai lati della nuca; le femmine hanno la macchia golare bianca più estesa che nei maschi.
Il lupo dell'Appennino, sulla classificazione zoologica del quale esistono tuttora controversie relative all'attribuzione del rango di sottospecie (nel qual caso la denominazione sarebbe Canis lupus italicus), è indubbiamente caratterizzato da peculiari adattamenti ecologici all'ambiente montano-mediterraneo frutto del lungo isolamento genetico.

Comportamento
Specie territoriale con un'ampia flessibilità ecologica che permette a questo predatore di vivere in ambienti molto diversi. I lupi generalmente vivono in branchi dove i giovani rimangono con i genitori per almeno un anno. Le dimensioni del branco sono legate alle risorse alimentari e alle dimensioni e caratteristiche etologiche delle specie predate; talora i gruppi possono essere formati da individui di diverse generazioni solitamente discendenti da un originario nucleo familiare. L'eventualità di individui che si associno da adulti ad un branco preesistente è assai più rara.
I lupi collaborano tra di loro nelle varie attività (reperimento del cibo, esplorazione, predazione, vigilanza, etc) in maniera coordinata. Il branco è ordinato in gerarchie (maschile, femminile, tra loro interconnesse, ma anche una gerarchia giovanile in continua evoluzione); l'ordine di dominanza diventa così lo strumento per attenuare le aggressività fra individuo e individuo; il risultato è che le lotte interne al nucleo sociale arrivano raramente ad esiti cruenti. Il maschio procura il cibo alla femmina e ai cuccioli. La comunicazione interna al branco e fra i nuclei avviene attraverso le marcature odorose (urina e feci) poste in punti salienti del territorio, e le vocalizzazioni; in particolare l'ululato viene utilizzato per delimitare i propri territori o come richiamo .

Alimentazione
L'alimentazione è quella del carnivoro puro, che oltre a predare animali di grandi dimensioni quali cervi, caprioli e cinghiali, nonché, occasionalmente ovini e bovini domestici, basa la sua alimentazione su piccoli vertebrati, carcasse e rifiuti. La predazione che esercita sul bestiame allevato ha determinato una persecuzione da parte dell'uomo e in alcune zone ha portato all'estinzione della specie

Habitat
Il bosco è in realtà il luogo di rifugio, infatti il lupo grazie alla sua plasticità vive e utilizza gli ambienti più disparati. Non è raro incontrarlo anche ai margini degli ambienti antropizzati, soprattutto nei pressi delle discariche. Il lavoro dei Parchi appeninici per bonificare il territorio dalle discariche e riqualificarlo attraverso la reintroduzione di Ungulati selvatici st progressivamente facendo tornare il lupo dell'Appennino al suo ruolo originario (e corretto!) di superpredatore.

Segni di presenza
In inverno è più facile imbattersi nei segni di presenza, in particolare nelle impronte lasciate sulla neve. La pista del lupo è generalmente caratterizzata da una direzione costante con pochissime deviazioni; se più esemplari procedono nella neve alta è normale avere la sensazione di un'unica pista della quale si capisce che gli "autori" sono più d'uno solo quando il gruppo si divide per ispezionare meglio il territorio alla ricerca di possibili prede o siti di riposo. L'ululato è un altro indice di presenza, in particolare durante le ore crepuscolari o notturne, il periodo durante il quale è più probabile ascoltare ululati spontanei è l'inverno, prima del periodo degli amori che cade in febbraio-marzo.
L'attacco su prede domestiche può essere ricondotto al lupo se simultaneamente accompagnato dal rinvenimento di altri segni di presenza. Anche gli escrementi possono essere riscontri di presenza, ma vanno diagnosticati attentamente.

Avvistamento
Il lupo viene definito un animale sfuggente con abitudini tipicamente notturne pertanto non è facile imbattersi nella sua presenza anche se a volte basta solo un po' di fortuna per osservarlo in località e orari del tutto inconsueti.

Durata della vita
Come per tutti gli animali selvatici è necessario distinguere tra durata della vita in condizioni naturali e di cattività. In natura può arrivare a 8 - 10 anni, in cattività anche a 14-15, poiché il consumo della dentatura (elemento fondamentale per la sopravvivenza di un predatore) varia fortemente a seconda degli stress fisici che l'animale subisce durante i tentativi di predazione (ovviamente inesistenti o quasi in cattività) e inoltre il generale consumo energetico connesso al reperimento del cibo è molto alto in natura e sostanzialmente nullo in cattività.